Per lei
per lui
‘Onora tuo padre e tua madre, come l’Eterno, il tuo Dio, ti ha comandato, affinché i tuoi giorni siano prolungati, e tu sia felice sulla terra che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà.’ (Deuteronomio 5:16)
Questo comandamento viene ricordato da Gesù, che rimprovera i farisei per la loro errata applicazione. (Matteo 15:3-9).
In un altro passaggio, invece, sembra che Gesù ci comandi di “odiare” i parenti: ‘Se uno viene a me e non odia suo padre, e sua madre, e la moglie, e i fratelli, e le sorelle, e persino la propria vita, non può essere mio discepolo.’ (Luca 14:26). Ovviamente, Gesù non ci comanda di “odiare”, perché vorrebbe dire andare contro tutto il resto dei suoi insegnamenti. In questo passo, anche per la forma grammaticale del testo originale ebraico, sta semplicemente dicendo di dare la priorità al fatto di essere un suo discepolo.
Infine, notiamo che questo comandamento viene ripreso da Paolo quando esamina come ci dovremmo comportare con genitori, figli, mariti e mogli, servi e padroni. Ricorda anche che questo è il primo comandamento con promessa (Efesini 6:2).
Quale conclusione possiamo trarre? Anche in questo caso, il discepolo va al di là del comandamento. Dobbiamo avere particolarmente cura dei nostri genitori, non abbandoniamoli, non troviamo scuse per non accudirli se ne hanno bisogno. Al tempo stesso, il loro accudimento non potrà essere un pretesto per venire meno nella nostra relazione con Dio e nell’annuncio del Vangelo.
Oggi, amico mio, perché non approfitti dell’occasione per benedire i tuoi genitori? Se sono ancora in vita, chiamali e dì loro che li ami.
Grazie di esistere,
Emmanuel Gau
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