Per lei
per lui
‘Colui che mangia di tutto, non sprezzi colui che non mangia di tutto; e colui che non mangia di tutto, non giudichi colui che mangia di tutto, perché Dio lo ha accolto. Chi sei tu che giudichi il domestico altrui?’ (Romani 14:3-4a)
Paolo è molto chiaro sul giudizio: non spetta né a te, amico mio, né a me. Chi ha pieno titolo per giudicare, è solo l’Eterno.
Il che non vuol dire fare i buonisti accettando ogni cosa, perché noi siamo chiamati a riconoscere, a non negare l’evidenza e questo non vuol dire giudicare. ‘Dal frutto si conosce l’albero.’ (Matteo 12:33). Mi spiego meglio… Non posso ritenere l’adulterio una sciocchezza, dire che va bene far cambiare sesso ai bambini purché siano consenzienti.
Il buonismo accetta il male come un bene, ma la Parola di Dio è chiara: non si può chiamare il bene male e il male bene!
Non giudicare significa non emettere una condanna. Ecco che in questo caso non si tratta più di evitare i conflitti, ma di gestirli. Abbiamo visto ieri che se si tratta di una questione di poco conto come ad esempio il cibo, va tutto bene, il conflitto è inutile, ma se la tematica in questione è in contrasto con gli insegnamenti di Dio, non puoi evitare il conflitto. Comportati come Gesù: ama la persona, ma ama la verità. Lo scopo del conflitto sarà guidare la persona, per il suo bene, verso la verità.
Non giudicare, vuol dire che non dobbiamo chiudere i rapporti, ma riconoscere la possibilità di opinioni differenti dalla nostra, senza per questo odiare l’altro.
Grazie di esistere.
Emmanuel Gau
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