Per lei
per lui
A volte i cristiani si chiedono se sia giusto essere ambiziosi. Associano l’ambizione all’orgoglio e pensano che essere umili significhi non essere ambiziosi, ma l’apostolo Paolo era decisamente ambizioso. Prima di diventare cristiano, lui era ambizioso e zelante per il giudaismo, al punto di avere il desiderio e l’obbiettivo di perseguitare la Chiesa. Dopo la sua conversione, non ha perso la sua natura ambiziosa, ha solo cambiato l’oggetto della sua ambizione, diventando addirittura più ambizioso di prima! In Filippesi 3:13-14 si descrive come un atleta che vuole vincere una gara.
Paolo contrappone la sua grande ambizione per Gesù a due tipi di ambizione sbagliati.
- La sua ambizione prima di diventare cristiano. Descrive infatti come confidava nella carne (“privilegi esteriori e vantaggi fisici e apparenze esterne“, v. 3, AMP), confidando nei diversi dogmi della sua religione (v 3-6).
- L’attenzione materiale e terrena che molte persone hanno: “Il loro dio è il loro stomaco [“i loro appetiti, la loro sensualità“, AMP], e la loro gloria è nella loro vergogna. La loro mente è rivolta alle cose terrene” (v. 19).
Paolo ha raggiunto un’ambizione divina. Descrive “l’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore” (v. 8), e le ambizioni che ne derivano (v 8-11).
Paolo si rende conto che non potrà mai raggiungere la perfezione. Tutte le sue ambizioni di raggiungere “una giustizia per conto mio“, ora le considera “spazzatura” (v. 9).
Anche tu, come Paolo, godi del fatto che, grazie alla fiducia in Cristo, hai ricevuto “la giustizia che viene da Dio ed è per fede” (v. 9).
Non raggiungeremo mai la perfezione in questa vita, amico mio. Le nostre debolezze ci rendono dipendenti da Dio, facendoci appoggiare a Lui, al suo amore e alla sua grazia.
Grazie di esistere,
Emmanuel Gau
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